A proposito della situazione attuale della Chiesa
Intervista rilasciata dal Dr. Eberhard Heller a Werner Olles
trad. Alberto Fontan
Nota preliminare:
L’intervista che segue viene pubblicata secondo l’intenzione dei lettori del settimanale politico «Junge Freiheit» (giovane libertà) che si consacra, oltre al suo compito specificamente politico, a chiarire le cause spiritual-religiose che sono all’origine della situazione disastrosa nella quale ci troviamo ormai da non poco tempo. La comparsa in anteprima nel nostro periodico è autorizzata dalla redazione di «Junge Freiheit». Gli sviluppi che seguono si indirizzano a tutti coloro che, in questi ultimi tempi, si sono uniti a noi come lettori. Speriamo di facilitare loro l’accesso alla posizione ecclesiale che difendiamo, spiegando certi problemi.
Eberhard Heller
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Olles : Cosa pensa della situazione della Chiesa cattolica in questo inizio di XXI secolo ?
Heller : In primo luogo, parlando della “Chiesa cattolica” lei designa senza dubbio quella istituzione religiosa che, a seguito delle riforme del Vaticano II, ha subito una mutazione in ciò che si chiama “chiesa conciliare”. Quest’ultima, sebbene continui ad utilizzare il nome di “Chiesa cattolica romana” non ha nulla in comune con la Chiesa cattolica di prima del concilio. Le sue riforme, che si sviluppano continuamente, nello spirito del Vaticano II, hanno prodotto delle multiple rotture rispetto alla tradizione bi-millenaria della Chiesa. Gli ornamenti esterni che appartenevano alla Chiesa restano quasi gli stessi. Certe dottrine della Chiesa pre-Vaticano II, sono mantenute, come anche le strutture gerarchiche e giuridiche, che l’aiutano a mascherare la rottura con la tradizione.
Ed ecco come la Chiesa tradizionale è stata tramutata in “chiesa conciliare”. La mutazione venne effettuata falsificando i riti sacramentali, o falsamente interpretando il loro significato mediante la negazione di certi dogmi; corrompendo la semantica; pretendendo che le leggi morali siano relative, e negando alla Chiesa il diritto di essere l’unica vera, in quanto custode e guardiana delle verità della salvezza rivelate da Dio. Invece di questo, Giovanni Paolo II pretende d’essere il capo di una delle numerose religioni esistenti, tutte poste su un piede di parità, ed insieme alle quali egli adora “Dio”, il che equivale a negare la Santissima Trinità. Un religioso americano ha compilato una lista di 101 eresie attribuite a Giovanni Paolo II.
Queste accuse, essendo molto gravi, debbono essere provate. Citerò pertanto due documenti conciliari con la rispettiva valutazione da parte di un critico affidabile.
In Nostra Aetate, art. 3, troviamo: « La Chiesa guarda con stima anche i mussulmani che adorano il Dio Unico, vivente e sussistente, misericordioso e onnipotente, creatore del cielo e della terra, che ha parlato agli uomini ». Questa affermazione è seguita da un’altra in Lumen Gentium, cap. 16: « Ma il disegno di salute comprende egualmente coloro che riconoscono il Creatore, in primissimo luogo i mussulmani che, avendo la fede di Abramo, adorano con noi il Dio unico. »
Nel 1970 Paolo VI rinunciò al diritto della Chiesa di essere l’unica vera con questa dichiarazione: «Vi sono tre religioni che riconoscono tutte il vero Dio, che partecipano a questo conflitto (Medio Oriente): il popolo ebraico, quello dell’Islam, e fra loro il popolo cristiano sparso in tutto il mondo. Con tre voci proclamano il monoteismo. Parlano un linguaggio eminentemente autentico, degno, storico, indistruttibile, e convincente.»
Questo cambiamento di mentalità è attestato su “Le Monde” del 25/01/2000 dal Prof. Padre Claude Geffre OP, decano della facoltà di teologia del Saulchoir: « al tempo del Concilio Vaticano II la Chiesa cattolica scoprì ed accettò che essa non possiede il monopolio della verità, che occorre che si metta all’ascolto del mondo. (…) Le religioni che si oppongono a queste esigenze legittime sono costrette a riformarsi o a sparire ».
Invece, il Cristo ha detto: « Nessuno viene al Padre se non per me » (Gv 14,6) ; poichè « chi non ha il Figlio, non ha neppure il Padre ». (1 Gv 2,23). Lo si vede bene, non c’è posto per la « tolleranza »!
Non è quindi possibile che un papa o il magistero della Chiesa sopprimano le posizioni fissate come procedenti dalla rivelazione divina della verità e che erano in vigore fino a poco prima ; non è possibile che esse siano cambiate nel loro contrario, che le si falsifichi senza sopprimere la verità divina come riferimento assoluto e senza rinunciare ad essere l’istituzione plenipotenziaria della verità. Quel che era vero nella Chiesa ieri, lo è anche oggi e lo sarà domani.
Se i cambiamenti dopo il Vaticano II sono stati introdotti quasi senza far rumore, citiamo, per chiarire come per mezzo di un proiettore, un solo esempio che segna già un punto risultante dalla decadenza morale: si tratta dell’approvazione generale dell’aborto volontario in cui ‘la chiesa conciliare’ in Germania era implicata fino a poco fa. L’episcopato gestiva dei centri di consultazione (consultori) dove le donne incinte in situazione angosciosa potevano indirizzarsi, ed in mancanza di una soluzione, ricevere una attestazione (il Beratungsschein) che dava loro niente meno che il diritto di ricorrere all’aborto; è ciò che alcuni hanno qualificato «licenza di praticare un assassinio».
Per essere giusti, bisogna dire che ci furono molti che non si erano resi conto del nuovo orientamento ufficiale della gerarchia. In generale, il popolo cristiano è ancora sempre dell’avviso che ‘la chiesa conciliare’ sia la Chiesa di Gesù Cristo; molto più che le riforme che falsificano i dati della Fede oltrepassano la comprensione teologica dei semplici fedeli, e che l’impostura per mezzo della corruzione semantica è venuta ad aggiungervisi. Da parte della giovane generazione, che non ha più conosciuto la fede tradizionale né la liturgia antica, questa impostura non è stata percepita, perché le riforme hanno acquisito frattanto una loro propria tradizione. Per loro ‘la chiesa conciliare’ è rimasta la Chiesa cattolica e continua ad esserlo. Bisogna dire anche che non hanno conosciuto altro a causa del cedimento dei conservatori restati fedeli alla dottrina. Tra i semplici fedeli ce n’è appena qualcuno che conosca le differenze teologiche e dogmatiche fra la (vera) dottrina cattolica e le credenze protestanti. I più anziani tra i fedeli si sono abituati alle riforme liturgiche, ma sovente continuano ad unirvi il sapere degli insegnamenti d’un tempo. La messa o la “messa” è celebrata in lingua volgare e ci si accorge appena che queste ‘messe’ sono invalide a causa di certe falsificazioni che vi sono state introdotte. Ed anche quella ‘chiesa’ ha potuto mantenere in parte la sua funzione stabilizzatrice dal punto di vista sociale, per esempio in molte delle parrocchie rurali.
Attualmente potrete trovare nella ‘chiesa conciliare’, ai margini, dei rivoluzionari con un programma ben stabilito – ci metto Giovanni Paolo II –, il giornalista italiano Messori, bene addentro, lo conferma; il ventaglio si estende fino ai chierici e laici che hanno conservato un attaccamento emotivo al cattolicesimo.
Al fine di darvi, con un esempio parlante, un’idea delle divisioni interne in seno alla gerarchia ‘conciliare’ vi rimando a una dichiarazione del cardinal Kasper a proposito del documento Dominus Jesus, probabilmente redatto dal cardinal Ratzinger, a giudicare dallo stile, e che, in buona parte, è cattolico. Orbene, Kasper, appena elevato al cardinalato, critica tale documento come un documento « che fa male » ecc. perchè, secondo lui, esso esige (!) un obbligo nella fede. Ora, questo documento proviene precisamente da quella istituzione alla quale deve il suo cardinalato.
Lasciato da parte il tradimento sul piano teologico, difficile da svelare, i frutti delle riforme sono non soltanto visibili, ma anche misurabili: la diserzione in massa dalle chiese, la regressione drammatica delle vocazioni sacerdotali e religiose, l’estinzione dell’attività missionaria, il mutismo della Chiesa come autorità morale. Riassumendo, possiamo dire: la Chiesa cattolica romana, tale qual’era una volta, con la sua funzione di istituzione di salvezza ha in gran parte cessato di esistere. Coloro che hanno visto che queste riforme sono rivoluzionarie, non vivono in clandestinità, è vero, ma nella « dispersione », in una diaspora di nuovo tipo. Così il cardinal Scheffczyk, professore emerito di teologia dogmatica all’università di Monaco, che parla dell’‘autodistruzione della Chiesa’ certifica verso questi fedeli: « Bisogna essere realisti e concedere con un sentimento di simpatia che attualmente molti dei cristiani si sentono sperduti, perplessi ed anche delusi.» (“Theologisches”, luglio 2002)
Olles : Chi erano i principali nemici della Chiesa preconciliare, antimodernista ?
Heller : Dal tempo della Rivoluzione Francese la Chiesa è stata respinta sempre più dalla vita pubblica alla sfera privata della gente: la religione è diventata un semplice affare privato! Ora, poco tempo prima della Rivoluzione Francese, la Chiesa dovette già subire il dispotismo nella forma del Giuseppinismo. Inoltre, il processo di scristianizzazione è stato favorito dall’influenza del razionalismo (Aufklärung) e della secolarizzazione. La framassoneria d’altra parte, aveva come obiettivo, con il suo « combattimento contro il trono e l’altare », di sovvertire la Chiesa. É interessante scoprire in parecchi decreti conciliari delle idee rivoluzionarie che erano state formulate in precedenza dagli Illuminati. La gerarchia post-conciliare non ha opposto alcuna resistenza ed ha accolto prontamente la richiesta del giudaismo (B’nai B’rith) di eliminare dalla liturgia gli elementi cosiddetti antisemiti. A queste forze antagoniste contro la Chiesa si potrebbero anche aggiungere i ‘complessi d’inferiorità’ di molti teologi che si consideravano reclusi da parte della Chiesa sin dalla fine del 19° secolo. Si sentivano come fossero stati esclusi dall’evoluzione scientifica. Ciò spiega perchè dopo il concilio fossero ancor più disposti ad adottare teorie scientifiche moderne. Ma ciò che è stato decisivo per la situazione attuale su scala mondiale è « la rivoluzione dall’alto ».
Olles: Che linea di resistenza, su scala mondiale ha potuto esser finora tenuta dalle forze della Tradizione?
Heller : Quando, dopo il Concilio Vaticano II, fummo colpiti non solo dal carattere riformista dei documenti promulgati, ma vedemmo che venivano alterati gli stessi dogmi del cattolicesimo, con gravissime conseguenze, numerosi furono coloro che si fecero avanti in quei primi tempi per combattere tali riforme. Ad esempio, la promulgazione del cosiddetto N.O.M. (novus ordo missae) di Paolo VI venne seguita rapidamente dal « Breve esame critico del N.O.M. » firmato dai cardinali Ottaviani e Bacci, in cui venivano messi in evidenza i gravi errori teologici del nuovo rito.
In questo contesto è illuminante notare ciò che allora scrisse il cardinal Ratzinger a proposito della riforma liturgica ; secondo lui questa non era una «reviviscenza», ma una «devastazione » : « Sono convinto, scrisse, che la crisi della Chiesa in cui viviamo attualmente, proviene in gran parte dal crollo della liturgia. » (“La mia vita - Memorie 1927-1997 ”, Roma, 1997). Perfino alcuni noti teologi della Chiesa greco-ortodossa e protestanti levarono le loro voci per mettere in guardia contro l’introduzione del Novus Ordo. Dei gruppi di resistenza si formarono su scala mondiale per reclamare il mantenimento dell’antica messa e il latino come lingua della Chiesa. C’erano dei chierici come dei laici, dei personaggi pubblici come degli scienziati, dei giornalisti, dei teologi di fama, amici anche dei fedeli impegnatisi. La federazione internazionale «Una Voce» si diede delle strutture giuridiche. Il gruppo «Freundeskreis der Una Voce» fu fondato a Monaco nel 1966. Sono io che ne assicuro attualmente la presidenza.
Mons. Lefebvre fondò in Svizzera il suo seminario internazionale che vide affluire molti seminaristi. Furono pubblicati numerosi periodici, che uscivano nelle principali lingue. Il gruppo « Freundeskreis der Una voce » a Monaco pubblicò il periodico teologico EINSICHT a partire dal 1971.
Una scissione si profilò all’orizzonte perchè presso i cristiani tradizionali i decreti di riforma ricevettero apprezzamenti teologici diversi; le analisi del Novus Ordo Missae ne formarono il focolaio. Mentre gli uni non videro che dei difetti liturgici in quell’ordo, gli altri scoprirono che contiene delle falsificazioni dogmatiche gravi, che comportano non solo l’invalidità delle messe celebrate con tale rito, ma anche che esso mette in questione la legittimità della funzione di Paolo VI, suo promulgatore. Questa posizione, portando oltre le constatazioni immediate, non fu adottata dalla maggior parte dei cristiani attaccati alla Tradizione. Ne seguì una divisione tra tradizionalisti _essi formano in certo qual modo una setta ortodossa in seno alla chiesa conciliare facendone una disputa di riti; a tutt’oggi questa disputa è rimasta senza soluzione_ e sedevacantisti. Fanno parte di quest’ultimo gruppo i fedeli che ritengono che la Sede romana è vacante. Quella divisione dura tuttora. La figura simbolica dei tradizionalisti, la loro figura di punta, fu per parecchio tempo Mons. Lefebvre. Mentre Mons. Ngô-dinh-Thuc, ex-arcivescovo di Hué (Vietnam), fratello dell’ex-presidente cattolico del Vietnam, Ngô-dinh-Diem che gli Americani hanno fatto assassinare con l’approvazione del Vaticano, era seguito dai sedevacantisti. É con la dichiarazione pubblica della vacanza della santa Sede, in data del 23/02/1982 a Monaco, che Mons. Ngô-dinh-Thuc fornì a questo gruppo il fondamento teologico decisivo.
Se m’interrogate riguardo agli effettivi di questi due gruppi, posso rispondervi e dire che i semplici tradizionalisti intorno a Mons. Lefebvre contano un numero impressionante di aderenti, ma che dal punto di vista dell’argomentazione nelle discussioni, sono deboli. Dall’altra parte, i sedevacantisti sono in grado di presentare degli argomenti che colpiscono, ma, su scala mondiale, sono una minoranza. Questo gruppo ha la sua più forte rappresentanza in Messico. Sociologicamente parlando, i due gruppi giocano un ruolo piuttosto insignificante. Poiché manca una direzione unitaria nel dominio pastorale, fino ad ora non abbiamo potuto ottenere efficacia nel dominio della restaurazione della Chiesa come istituzione di salvezza.
Olles : Qual’è l’ampiezza della devastazione dell’apostolicità a seguito del sincretismo?
Heller : L’apostolicità vuol dire che la Chiesa è fondata sugli apostoli, chiamati da Cristo al suo seguito; ciò vuol dire anche, da una parte, la dottrina continua e identica, e d’altra parte, la successione apostolica della gerarchia, vale a dire la trasmissione ininterrotta dei poteri per consacrare dei vescovi e ordinare dei preti al fine di garantire l’esistenza della Chiesa come istituzione di salvezza.
Da un lato, la successione apostolica è in pericolo perché sono stati introdotti i nuovi riti degli ordini sacri, invalidi o perlomeno dubbi, e perchè i poteri episcopali e sacerdotali cesseranno così di esistere. D’altro lato, l’apostolicità è soppressa per il fatto che Roma rinuncia ai poteri e ai dogmi trasmessi agli apostoli; citiamo come esempio il dogma “fuori della Chiesa non c’è salvezza”. Ciò vuol dire che la chiesa conciliare non rivendica più, in rapporto alle altre confessioni cristiane, di essere la sola vera Chiesa; infatti, essa le riconosce come aventi eguale diritto, ed ancor più, essa assicura che l’Islam, il Giudaismo e le altre religioni mondiali sono dei mezzi legittimi attraverso i quali si può ottenere la propria salvezza. Di conseguenza, la chiesa conciliare medesima rinuncia al titolo di essere la vera istituzione cristiana necessaria alla salvezza. Il ‘papa’ d’una tale istituzione si pone, ai fini d’una coesistenza pacifica, nella falange dei dignitari a pari diritto delle altre religioni. Allo stesso tempo, questo sincretismo significa che si abbandona ogni reale attività missionaria. Ma, anche i gesti parzialmente scandalosi e sincretisti da parte del preteso capo della Chiesa cattolica – ricordiamo ad esempio che Giovanni Paolo II baciò il Corano! - e gli incontri inter-religiosi non impediscono che le altre religioni non rispettino affatto l’idea della coesistenza pacifica. In Sudan si continua ad uccidere dei cristiani, anche in Turchia essi subiscono la persecuzione e la discriminazione. Immaginiamo San Pietro che si presta a dei negoziati con gli imperatori romani riguardo ai programmi « della buona volontà di tutti gli uomini », mentre davanti alla porta, nell’arena, questo stesso imperatore - « non essendo probabilmente di buona volontà » - getta dei cristiani ai piedi delle belve perché li divorino. Che cinismo !
Olles : L’ecumenismo è una conseguenza dell’inedia spirituale delle anime prodotta dalla neochiesa?
Heller : Questo concetto è uno di quelli che sono stati sottoposti ad un cambiamento di senso per la corruzione semantica applicata dai modernisti. Inizialmente si designava con ciò l’assemblea delle chiese particolari. É per questo che si parlava di concilio ecumenico. Oggi si designano con ciò gli obiettivi che mirano ad unificare le differenti confessioni cristiane. Contrariamente agli sforzi fatti prima del concilio, di far cessare lo scandalo delle divisioni cercando delle soluzioni ai problemi del momento – penso, fra gli altri, ai tentativi purtroppo falliti di rifare l’unità con gli ortodossi sotto Pio XI – si fanno procedere le cose evitando le verità cattoliche, vale a dire l’unità ha priorità sulla verità rivelata. L’«ecumenismo» così inteso è proprio l’obiettivo che i propagatori delle riforme vogliono raggiungere. Riportatevi alla dichiarazione comune riguardo alla dottrina sulla giustificazione, che mira ad arrivare a « un consenso sfumato ». Il vescovo Karl Lehmann, elevato recentemente al cardinalato (dalla chiesa conciliare) si è permesso di qualificare come «dottore della Chiesa» Martin Lutero, senza essere per nulla al mondo impensierito dalle autorità conciliari, mentre Lutero è condannato come eretico dalla Chiesa cattolica. Fra le mie conoscenze vi sono delle persone che hanno disertato la ‘chiesa conciliare’ a causa del suo indifferentismo teologico, per passare alla Chiesa Ortodossa. Se è un fatto che dei semplici fedeli reclamano ancor più d’ecumenismo, è perchè essi non comprendono più perchè delle confessioni aventi quasi la stessa fede debbano continuare ad esistere fianco a fianco come organizzazioni ecclesiali differenti. L’abbandono delle verità sancite da dogmi ha generato una mentalità arbitraria riguardo al contenuto dottrinale, dando luogo a un Cristianesimo che si potrebbe comparare ad un ‘patchwork’ dove ciascuno arrangia la propria « teologia » a modo suo.
Olles : Frattanto la stigmatizzazione dei cattolici fedeli da parte dei modernisti ha assunto delle caratteristiche di persecuzione. Vi ritroverete presto nel resoconto del bollettino della costituzione di Stato?
Heller : Noi non siamo perseguitati direttamente, anche se ci diffamano come degli intransigenti, dei fondamentalisti ; la chiesa conciliare manca di mezzi a tale scopo; politicamente non c’è motivo per quello. Poichè noi vogliamo continuare quel che la Chiesa ha fatto fino al concilio. Certamente, i preti che si oppongono alla chiesa conciliare subiscono dei pregiudizi. Può darsi M. Fridmann, il presidente, facente funzione, del Consiglio centrale dei giudei in Germania (mantenuto al suo posto nonostante i rimproveri che gli sono stati fatti) avrà un giorno l’idea di accusarci di ‘antisemitismo’ perché manteniamo la liturgia tradizionale del Venerdì Santo. Ma, non lo farà, credo.
Olles : La nuova messa, il liberalismo religioso, i diritti dell’uomo contro l’autorità di Dio… Che verità fondamentali potete loro opporre?
Heller : Dobbiamo mantenere che la verità assoluta esiste, che essa si è incarnata nel Cristo e che non c’è che una sola religione vera. Da allora ci resta da adottare la convinzione che Lui, l’Uomo-Dio, nella sua condiscendenza, si è abbassato fino alla miseria umana al fine di darci il suo amore e la sua misericordia ; per la sua morte sacrificale ha offerto all’uomo decaduto la possibilità di riconciliarsi con Dio, che, per mezzo del santo sacrificio della messa, offre agli uomini, senza interruzione, di poter entrare in questo movimento di riconciliazione; tramite Lui essi entreranno nella nuova Alleanza che è la garanzia della riconciliazione e della pace tra gli uomini.
Olles : Che cosa si può consigliare ai fedeli che vorrebbero restare fedeli alla tradizione apostolica ed ecclesiastica ?
Heller : Dovranno anzitutto sforzarsi di essere forti nella fede e di approfondire le loro conoscenze della dottrina cattolica. Ci sono molti fedeli cattolici che hanno perso piede, perché avevano ricevuto la fede per educazione vale a dire per tradizione. Poichè il mondo attuale propugna molte concezioni religiose erronee e delle false dottrine di salvezza, bisogna chiedersi come si possa sapere oggi che il Cristo è vero Figlio di Dio, nel quale crediamo per delle giuste ragioni. Il Dr. Gliwitzky, primo presidente della nostra associazione ha detto un giorno: «Il fatto di essersi abituati da molto tempo a rinunciare all’intelligenza della fede, è una delle radici più profonde della crisi che viviamo. Pertanto dobbiamo concentrare tutti i nostri sforzi a distinguere bene, tenendo conto di certi segni, quando abbiamo semplicemente un’opinione o quando abbiamo un desiderio, quando speriamo, quando crediamo e quando sappiamo davvero qualcosa». Senza una convinzione ferma circa le verità elementari della fede, siamo lasciati al nostro tempo ad un relativismo raffinato.
L’integrazione nella Chiesa è un problema a causa del fatto che una organizzazione stabile di quel che resta della Chiesa cattolica nelle regioni germanofone non esiste, o non esiste ancora. Ma sono pronto a dare delle adeguate informazioni ai cristiani che le domanderanno.
Olles : Pensa che, dopo che la fede e la liturgia sono state svendute dal Vaticano II, la Chiesa potrà essere ricostruita ?
Heller : É da un po’ di tempo che lavoriamo per mettere a punto un piano per la riedificazione della Chiesa come istituzione di salvezza. Ma ciò ha dato luogo a dei problemi di teologia e di organizzazione. Perchè non c’è mai stata nella storia della Chiesa, une situazione paragonabile a quella che viviamo attualmente. Sormontare questa crisi significa impegnarsi su un territorio sconosciuto dal punto di vista teologico, giuridico e pratico. Questo esige da noi degli sforzi che per se stessi superano le nostre forze. Non sarebbe sufficiente, per esempio, che Giovanni Paolo II o i vescovi operino semplicemente un ritorno al fine di emendare dopodomani le decisioni prese fin qui e di arrestare le deviazioni. Se un dignitario gerarchico è caduto nell’eresia, perde il suo officio e resta inabile ad occuparlo di nuovo, anche supponendo che si fosse convertito (vedere la bolla « Cum ex apostolatus officio » di Paolo IV). Questo vuol dire che la riedificazione della Chiesa non potrà farsi che da coloro che sono restati fedeli alla fede. Ma, in mancanza di una direzione univoca nel dominio della pastorale, non abbiamo conseguito finora una efficacia degna di nota per la riedificazione della Chiesa come istituzione di salvezza.
Olles : Crede che la Germania e l’Occidente potranno risuscitare spiritualmente, o siamo già perduti ?
Heller : Sono più di 25 anni che mi servono delle rivelazioni private, vere o false, nelle quali si annuncia un‘espansione della vita religiosa spirituale ogni volta che hanno luogo delle catastrofi e dei conflitti. Non posso confidare in esse. Vedo quel che avviene e il modo con cui certe cose evolvono. È un fatto che l’Occidente, e la Germania con esso, sono stati plasmati dal Cristianesimo. Anche se le società non vogliono riconoscere questa realtà, è anche un fatto che il disastro spirituale universale non fa che apportare la prova dell’apostasia e del tradimento dell’ordine sociale cristiano. Si può, ad esempio, mostrare chiaramente la morbosità morale dei tedeschi nella questione dell’aborto : ci furono più del 60% dei sedicenti cattolici che erano per la legislazione attuale del § 218. Ogni anno ci sono circa 300.000 bambini che muoiono per l’aborto volontario. Ora, un popolo che uccide i suoi figli morrà. L’apostasia dalla fede produce anch’essa i suoi effetti nel dominio politico e sociale. Ogni movimento politico conservatore o ogni partito che si appoggi ideologicamente sui principi rivoluzionari della ‘chiesa conciliare’, è necessariamente votato al fallimento, perché è il potere dei concetti ideologici ad essere vincente. Pensate all’ecumenismo o al sincretismo. Queste idee, che furono in fondo formulate in seno alla Chiesa, trovano difatti il loro corrispondente nella concezione multiculturale della politica. Abbiamo potuto osservare per degli anni, come testimoni contemporanei, i loro effetti nei Balcani. In mancanza di un rinnovamento della Fede non ci sarà riedificazione della Chiesa, né una restaurazione della società. Fino ad oggi non ne vedo ancora alcun segno.
Olles : Nella Bibbia è detto : « … e conoscerete la verità, e la verità vi renderà liberi ». Siamo ancora in grado di sopportare la verità ?
Heller : Possiamo sopportare la verità rivelata se siamo pronti a servirla umilmente, allora essa ci renderà liberi perchè abbiamo la volontà di condurre la nostra vita nell’amore di Cristo, e per mezzo di lui. Ma che significa questa umiltà? Vuol dire ammettere che si ha bisogno del soccorso di un altro, nel caso che trattiamo, significa che abbiamo bisogno dell’azione redentrice di Cristo e che siamo pronti ad accettare questo soccorso. Provate quindi a far comprendere ciò a coloro che si esibiscono in totale compiacenza di se stessi, a farlo comprendere alla società dei piaceri attuale !
Olles : Che passi concreti avete fatti al fine d’essere riconosciuti come una istituzione giuridica legale ?
Heller : Questa questione è stata dibattuta. Concretamente si tratta di sapere se è possibile riunire in una società di diritto pubblico o in una federazione di associazioni quelle che sono iscritte nel registro di Stato e che sono state, qua e là, organizzate a partire dal 1976, a seguito dell’interdizione ufficiale dell’antica messa. Allora bisognerebbe mettersi d’accordo per decidere che nome le si potrebbe dare.
ex: Einsicht - Ausgabe Nr. 11 Monat december 2005
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